HOME

25/10/06

GOOD TIME FOR A CHANGE


Sono talmente noiosa che mi annoio da sola.
E ripeto sempre le stesse cose che ormai mi sono stancata anche di sentirmele ripetere in testa.

E per la milionesima volta mi dico che è il momento giusto per cambiare (e ci credo pienamente), che la ruota gira perché ci giriamo noi dentro (e ci credo pienamente), che le persone insoddisfatte e lamentose sono anche più noiose di me (e ci credo pienamente).

Ma, a parte la canzone che mi parte mentre lo penso, e quando ho uno stellium di pianeti in Scorpione e la luna in sagittario che mi rende svogliata, nervosa, spallata, non cambio assolutamente nulla, e rimango seduta a lasciare che le cose siano.

Quando esploderò (con conseguenze giuste e lecite su me stessa), sarà un atto divino.

24/10/06

RIDEFINIZIONE DEL CONCETTO DI QUALITÀ (MANUALE D'USO)


Scegliere è un privilegio di pochi.
Di pochissimi anzi- basta valutare il meccanismo di selezione (non solo umana, anche di gusti, di hobbies, di cibo, di oggetti- di scelte) per capire che, nella maggior parte dei casi, le soluzioni adottate sono indotte, facili, comode, casuali.

Basate spesso sulla pralinatura di superficie. Non è questo che mi fa incazzare (l'amarezza, grazie a Dio, me la sono fatta passare).

Adesso, posso tollerare che esistano esseri umani che preferiscono l'hamburger di un fast food al filetto, che lodano il tavernello, che idolatrano i ciondoli cinesi.

Ma devono morire- loro e l'hamburger, perché col buonismo mi ci faccio il sangue amaro e senza pure, ma almeno mi sfogo.
Allora dovremmo essere noi (cioé io soggetto percipiente) a dover rifiutare i contatti con questi sub-umani, a cui la democrazia antropologica permette anche di continuare ad esistere (e che, in qualche modo, loda e accetta).

Ad accettare che continuino a preferire il basso all'alto, il nulla al tutto, ma anche al 'qualcosa'.

Dovremmo essere noi a dire basta.
Ma quei cinque minuti di rodimento prendono chiunque, e in questo momento hanno preso me.

20/10/06

SPILLE, SPILLETTE E SPILLETTONI


La casa è vuota, nel senso letterale del termine: non c'è rimasto niente.

Chicken little se n'è andata ed è tutto pulito, il bagno splende (mo' senza esagerare su'), i proprietari pascolano liberi valutando gli interventi strutturali (a carico loro, cioé mio- seguendo la logica chiarissima che spille, spillette e spillettoni nel b. del c. mi devo mettere).

Per fortuna poi c'è la Festa del Cinema, e la casa vuota è anche più vuota, se non che poi rientro e non riesco a dormire-
E ora bisogna andare avanti, innamorarsi di un tranviere o un guidatore di pullman (ch'amma fa', s'adda pur' chiavà) fare qualcosa di utile nel corso dei prossimi mesi.

Ok, non ho nulla da dire.
Il mio nulla mi riempie.

Sul lettore c'è: Tromba // Squallor




11/10/06

"OH SANTA VERGINE, MA PERCHÉ SONO COSÌ BRUTTA E STUPIDA!"


E raschio distrattamente fra le cartelle dei documenti,
trovo un pezzo di me- messo da parte, incompiuto nell'entropico sperpero di tempo a cui sono così comodamente adusa-
racconta di altri giorni e di com'ero forse prima, ma mi piace come lo dice.
Lo leggo, lo rileggo, lo trascrivo.


[...]
Anni ed anni di gioie e complimenti, non butti la sua intelligenza.
Non sprechi i suoi talenti.

I miei talenti. Schiacciati sui bastioni di un ristorante americano in una città alcolica e impassibile, il mio grande continente degli affetti fallimentare e asciutto.
La giustizia trionfante, come non l’avevo mai vista, che mi consegnava le chiavi del mio insuccesso e la valigia e il biglietto d’aereo, consigliandomi la pacificazione e un felice ritorno a casa.

Silenzio.
Neanche una foto del mio bel Kasper, della sua finestra stuen hojre con la piantina fiorita e la bandierina danese, e tutto il must del luogo mi aveva riempito le casse di risonanza oltre la più insperata o inaspettata sopportazione.
Le belle pareti bianche dell’aeroporto, scale mobili, tapis roulants. Le nuvole del pieno luglio, poche idee, ma molto confuse. [...]


La Giulia di Italiensk for begyndere dice: "Oh, Santa Vergine, ma perché sono così brutta e stupida?", e a me non torna su neanche l'odore della Støre København, frikadeller, e burro, e pane nero di forno.

Vorrei portarlo avanti, il mio racconto.
Ma mi areno, faccio altre cose, butto via il tempo.


Sul lettore c'è: Alice in Chains // Would




OUR SEEDS SOWN LARGER, OUR ROOTS WILL GO DEEPER


Basta dormirci sopra a volte,
e le ansie si sciolgono o si nascondono sotto il tappeto, che trasuda polvere, non la trattiene più- ma si è sempre orgogliosi del proprio tappeto, perché insieme agli acari ha dentro ormai la nostra storia.

Ci si radica dentro vizi di forma, ma sono i nostri e dopo un po' non puzzano neanche più, si tende a dimenticare e rimuovere quello che ci fa male e a disegnare una realtà definita, o un po' più rassicurante.

E si riazzera e si riparte perché domani è sempre un altro giorno- uno qualunque.


O, almeno, così faccio io.


Sul lettore c'è: Dark Tranquillity // Nether Novas




10/10/06

SOLTANTO UN DISCORSO SOSPESO

Deve esistere, a conferma della mia insolvibile ignoranza a riguardo (e non solo) una teoria, uno studio, una ontologia che legittimi la sospensione del tempo (o degli eventi che lo compongono, perché la cronologia è scandita da attimi di presente, quindi microazioni: un battito di palpebre, una espirazione, un formicolio sul ginocchio).

Non potrei altrimenti giustificare (eh sì che di pazienza, di tolleranza, di temperanza me ne sono dimostrata e continuo a dimostrarmene tanta) che il mondo si muova e accada e poi all'improvviso si autosospenda dall'incarico, che spenga la luce e chiuda a chiave lo studio lasciandomi seduta in sala d'attesa con un Gente qualunque da leggere distrattamente.
Ecco, questo è qualcosa che trovo offensivo per la mia dignità di essere umano, che accetto ma non giustifico: essere lasciata lì, da sola, al buio- ad aspettare.

E se da una parte si impara a farci il callo (perché il callo non si fa subito, anche lì è richiesta una precisa metodologia), mi resta questa antipatia quasi dolorosa per quello che deve e sta per accadere e si ferma, per il tempo che intercorre fra la causa e l'effetto.


Per quelle interminabili notti bianchi passate ad aspettare qualcosa che accadrà.
Quando sarò troppo impegnata, ormai, a fare qualcos'altro.

02/10/06

PEZ


Voglio pensare che se lo meriti e gli dedico un post come promesso a Pez,
nonostante con un trasloco abbia perso coinquilino e ping-pong.

Ma in questa celebrazione delle persone che, nonostante me, continuano a desiderare di leggermi (e mi chiedo perché, se non per enorme bontà loro), Pez ha il suo posto, senza ping-pong ma con la play.

Perché Pez (visto che ti sto celebrando almeno dai un segno di vita, lo so che passi di qui) ha un suo mondo fantastico che supera i confini fisici di San Lorenzo, dov'è il capo-redattore ideale di una rivista online sul cinema tedesco, dove avrò anch'io il mio spazio per la Scandinavia.

E non c'è ironia in tutto questo. E' un tributo davvero affettuoso e pieno di ammirazione.
Nonostante il pong-pong sia andato via, e sia rimasta la play.

Con il suo Fifa '78 comprato su Ebay.

01/10/06

CUORE DI LATTUGA

Mi guarda, chicken little, scuote la testa nella sua maniera buffa.
Ho il cuore di lattuga, lo sa bene, mi fa tenerezza quando me lo comunica sottolineando con premurosa cura new age che evidentemente pecco di ossitocina- ci sarà un rimedio naturale per bloccarla, chiedo.

Ma non ho una risposta certa, se non quella del mio cuore morbido e ripieno come un saccottino, un sofficino pomodoro e mozzarella che si accende incontrollato, e si spegne, salta un battito, va in guerra, la perde e ricomincia da capo.

So incassare bene, il che non sarebbe in sé un difetto - ma tendo a prendere le redini, e a sforzarmi di imparare.
Quello che imparo, però, ogni volta, è solo essere ancora più inquieta, più sofficiosa e sospettosa.

Life is a pigsty.