Martedì mattina, ho realizzato davanti a una vetrina (era ieri, ma lo scrivo oggi perché ci sono ripassata davanti, alla vetrina) che il caschetto mi evidenzia il naso.
O meglio, prima passa un naso e poi un caschetto dietro. Importanti rivlazioni che mi portano ad una constatazione esistenziale a lungo cercata, la risposta semipermanente (come il french nail): il mio naso è impertinente.
Nel senso, intendo, che non pertinet con il resto della faccia. Ho legato a questo evento rilevante una serie di corallari altrettanto belli, utili, giovani, tipo:
- devo individuare nella quotidianità delle routine, delle azioni e delle parole essenziali dal resto, per evitare uno spreco inutile di ATP
- fra le azioni essenziali c'è, per esempio, mettere il latte a bollire. Fra quelle non essenziali, spinzettarmi le sopracciglia e accarezzare il gatto dietro le orecchie
- anche nel primo gruppo (azioni essenziali) posso tagliare. Nel preparare la colazione posso ottimizzare i tempi versando il latte mentre accendo i fornelli. Operazioni che, all'uopo, richiedono una sola mano.
Omnia munda mundis, ho scoperto da poco che le calze color pavone non stanno bene con il sottogiacca turchese.